Der BEACHCLUB2010® ist bestrebt, die Sportart Beachtennis in Deutschland und weltweit bekannter zu machen. Das Organisationsteam veranstaltet nationale und internationale Turniere, unterstützt Vereine beim Bau von Beachanlagen und bietet in seinem Online-Shop Beachtennis-Schläger, Bälle, Taschen und Zubehör für eine Beachanlage.
Il futuro del beach tennis sarà sicuramente spostato verso il sud America. Il Brasile sta diventando un po' il nuovo cuore del beach tennis.
Matteo Marighella
Per il decimo compleanno del nostro BEACHCLUB2010® abbiamo pensato di cogliere l'occasione e dare la parola a quelli che sono stati al nostro fianco lungo tutta la strada - e anche prima. Abbiamo parlato con giocatori, organizzatori e commentatori che ci hanno raccontato la loro storia del beach tennis. Inclusi gli auguri per il nostro anniversario!
Matteo Marighella, 41, è nato a Ravenna e spiega così l'inizio della sua carriera: "Fin da bambino la mia passione più grande è stato il calcio fino a quando all'età di 14 anni ho scoperto quasi per caso questo meraviglioso sport che è il beach tennis. Un mio amico mi ha invitato al Bagno Pierpaolo a Punta Marina per passare un pomeriggio in spiaggia ed è qui che per la prima volta ho preso in mano una racchetta da beachtennis. In quel momento il beachtennis era solo il classico passatempo della domenica, si giocava con racchette di legno e con regole diverse, ma è proprio quel giorno che scoppiò il "colpo di fulmine" tra me e il beach tennis. Iniziai a giocare tutti i giorni durante l'estate e all'età di 16 anni mi avvicinai ai primi tornei che si tenevano nei bagni vicini. Dall'estate del 1999 cominciai a frequentare il circuito I.F.B.T. ed è li che incominciai a conoscere i giocatori più forti che in quel momento primeggiavano nei tornei."
Negli anni successivi Matteo Marighella riesce a vincere tornei nazionali ed internazionali, dal 2007 in coppia con Alex Mingozzi è riuscito a firmare 20 successi su 22 tornei disputati. Dopo l'inserimento della ITF nel mondo del beach tennis Matteo continua ad avere molto successo, vincendo i campionati Europei (2010, 2015) ed i campionati Mondiali di doppio misto 2013 insieme a Sofia Cimatti e di doppio 2015 insieme a Michele Cappelletti.
Con noi ha parlato dei sui più grandi successi, il futuro del beach tennis e l'importanza della sua famiglia.
Come stanno andando i passi di Tommy nel beach tennis?
Diciamo che è ancora un po' presto. Gli piacciono tutti gli sport con la palla. Vedremo ...
Com’è cambiata la tua vita da quando è nato tuo figlio nel 2017?
Vita completamente ribaltata. Tommy è il centro di gravità adesso ... ruota tutto intorno a lui e quindi tutto quello che riguarda lo sport passa un po' in secondo piano.
E come è cambiato il beach tennis in questi ultimi tre anni?
Il beach tennis sta cambiando molto velocemente anche grazie al cambiamento delle regole. E soprattutto è aumentato l'atletismo dei giocatori soprattutto nel campo maschile.
Sei contento di aver vissuto il beach tennis quando stava per nascere questo sport o vorresti essere Tommy a seguirlo mentre cresce ancora?
Diciamo che ho vissuto tutte le sue evoluzioni dalle racchette di legno a quelle attuali in carbonio dai tornei dei bagni a Marina di Ravenna a tornei internazionali come Aruba ... quindi contentissimo di quello che è ... ma molto curioso di vedere come sarà nei prossimi anni.
Cosa pensi del futuro del beach tennis? In che modo potrà crescere questo sport?
Il futuro del beach tennis sarà sicuramente spostato verso il sud America. Il Brasile sta diventando un po' il nuovo cuore del beach tennis, come poi è successo in tutti gli sport da spiaggia, se vogliamo avere qualche speranza di andare alle olimpiadi penso che risiedano tutte lì soprattutto visto anche il forte interesse che il comitato olimpico brasiliano ripone sul beach tennis.
Nel tuo paese in Italia invece il beach tennis sembra che si sia fermato. Meno tornei, tanti giocatori che smettono di giocare, soprattutto giovani. Come mai questo sviluppo e come si potrebbe fermare?
Il beach tennis in Italia sta vivendo un momento un po' più statico ma non sta calando. Lo dimostrano i numeri di praticanti nelle varie scuole di beach tennis italiane che comunque sono in crescita. Forse le difficoltà maggiori si iniziano ad avere quando un giocatore vuole provare a fare il salto di qualità e provare a fare il semi professionista/professionista.
Tu il beach tennis lo segui da tanto tempo ormai. All’età di 14 anni l’hai scoperto a Ravenna, quando era solo il classico passatempo della domenica, si giocava con racchette di legno e con regole diverse. Quali ricordi hai di quel periodo?
Ricordi bellissimi. La mia prima partita la ricordo ancora, racchetta di legno pallina da tennis e tanto entusiasmo. Sembra incredibile se ci ripenso tutto quello che è successo dopo quella partita.
Nel lontano 1999 hai iniziato a partecipare a tornei IFBT, sei cresciuto velocemente e presto hai iniziato a vincere tornei. Cosa ti ha portato a tal punto?
All'inizio era puro e semplice divertimento e tanta passione. Penso proprio che l'amore per questo sport sia stato il segreto per i passi della mia carriera.
Nei primi anni di questo millennio i mondiali IFBT si sono aperti anche per i giocatori stranieri. In finale del torneo a squadre 2003 avete battuto la Germania. Quanta importanza aveva l'entrata degli stranieri in queste vostre spiagge?
Gli stranieri nel beach tennis sono stato il primo step di crescita per rendere internazionale il nostro sport.
Proprio nel 2003 avevi vinto il doppio in coppia con Paolo Tazzari. Il cambiamento più importante è arrivato poi in coppia con Alex Mingozzi, avete scritto una grande pagina di storia del beach tennis. Dal 2007 al 2009 eravate praticamente imbattibili. Qual era il segreto di questa coppia? Quando e come mai vi siete lasciati poi? Cosa ti è rimasto?
Tutti i miei compagni sono stati importanti ma penso che la coppia con Alex sia stata una parte incredibile della mia carriera. Abbiamo secondo me portato il beach tennis a un livello molto alto in quegli anni. Forse abbiamo introdotto un po' più di professionalità con allenamenti e preparazione atletica che ancora non erano presenti. Il nostro segreto penso sia stata l'amicizia che ci legava e che tuttora ci lega (anche se purtroppo adesso dobbiamo portare avanti solo via telefonica vista la distanza, devo dire che mi manca non averlo qui) la separazione non è stata facile ma penso che avessimo bisogno di nuovi stimoli entrambi (infatti fortunatamente sono arrivati tanti successi nuovi per entrambi) però penso che gli M2 abbiano lasciato un segno importante.
Avete avuto successo anche in giro per il mondo: New York, Bermuda, La Reunion ecc. Quale vittoria ti è rimasta in mente di più e per quale ragione?
Forse la vittoria che più mi è rimasta in mente è quella a New York ottenuta nel torneo con racchette da tennis (non il nostro attrezzo abituale) in un’atmosfera incredibile e davanti a un pubblico numerosissimo.
Pensando all’inizio di questo millennio con il beach tennis organizzato dalla IFBT, attraversare il periodo difficile con la FIT a poi l’entrata della ITF – come lo vedi lo sviluppo mondiale di questo sport? Cosa ha portato la ITF?
L’ITF ha portato un’impronta internazionale al nostro sport e spero possa farci fare il salto definitivo con l'ingresso negli sport olimpici.
L'ITF non ha solo cambiato l’altezza della rete, ma sta provando altre cose per cambiare il gioco. Come possono aiutare il beach tennis mondiale?
È giusto fare prove per migliorare lo sport l’importante è non snaturarlo. Quindi sicuramente se vogliono in futuro cambiare qualcosa devono studiarlo bene e soprattutto interfacciarsi molto con i giocatori che poi sono quelli che devono far funzionare il cambiamento.
Un problema nel mondo del beach tennis è proprio la mancanza di una grande marca, di un big sponsor, che potrebbero portare lo sport anche in TV. Tu lavori assieme alla adidas. Come si potrebbe fare per trovare un accordo per il beach tennis in generale?
Il beach tennis ha bisogno di una spinta mediatica importante. Da noi il padel ha vissuto una crescita immediata proprio grazie alla spinta mediatica. Aspettiamo quello. In Brasile un po' sta succedendo questo quindi speriamo bene.
Se volessimo dividere la storia del beach tennis in due decenni – 2000-2009 e 2010-2019 - come le descriveresti dal punto di vista dello sport e poi dalla tua esperienza personale?
Primo decennio era visto come uno sport/hobby estivo. Secondo decennio sport totale 365 giorni l’anno visto il numero di tornei giocabili tutto l’anno.
Quali sono i giocatori o le coppie più significanti a portare avanti il beach tennis?
È difficile fare dei nomi perché ce ne sono troppi di nomi da fare a seconda del momento del beach tennis.
Quali sono stati i tuoi avversari più forti?
A partire dai vari Lele Bianchedi, Maurizio Di Cori, Antonio Trubia, Gianluca Chirico ad arrivare a Paolo Tazzari, Marco Garavini, Nicola Gambi, Alan Maldini poi Luca Meliconi, Luca Carli, Michele Cappelletti, Luca Cramarossa ... Troppi nomi tutti forti.
Nel 2013 a Cervia hai vinto il titolo mondiale nel misto con Sofia Cimatti. Due anni dopo hai trionfato nel doppio con Michele Cappelletti. Che significato hanno per te questi titoli?
Molto importanti, quello del misto perché in quella disciplina mi mancava e quel nel doppio maschile perché dopo i mondiali vinti in IFBT volevo ottenere anche quello ITF.
Il punto fisso del beach tennis in Italia, il centro del beach tennis mondiale era stato Ravenna, poi per sei anni il Bagno Delfino a Cervia. Dall’anno scorso l’Emilia-Romagna ha perso i mondiali. Come lo vedi questo sviluppo per il beach tennis e per la zona dove sei cresciuto tu?
Il mondiale a Cervia è stato un punto di riferimento negli ultimi anni, un posto e un’atmosfera unica dove si respira la passione per questo sport ma è giusto che il beach tennis trovi altri palcoscenici importanti in Italia e nel mondo. L’internazionalità dello sport porta a questo, però mi manca un bel torneo a Marina di Ravenna, dove è nato veramente il beach tennis.
Nella squadra azzurra non hai mai giocato un ruolo decisivo. Come mai? E come mai l’Italia dal 2017 non riesce più a vincere il titolo ai mondiali a squadra?
Me lo sono sempre chiesto anche io ahahah, diciamo che non ho capito a volte il criterio delle convocazioni ma non voglio certo fare polemica. Diciamo che l’Italia ha la squadra potenzialmente più forte perché può scegliere tra un numero altissimo di giocatori, però non è facile vincere adesso, ci sono nazionali con meno giocatori da scegliere ma con progetti più organizzati e preparati.
Avevi passato un brutto periodo con infortuni, un problema agli occhi. Come ne sei uscito?
Nel 2016 forse stavo rivivendo una seconda giovinezza, avevo vinto tutti i tornei più importanti e contemporaneamente ero campione italiano indoor e outdoor, campione del mondo e campione europeo, ed ero riuscito a tornare il numero uno al mondo, poi la doccia fredda, una malattia all’occhio destro mi ha fatto perdere quasi completamente la vista in quell’occhio e sono dovuto stare fuori dal beach giocato da agosto a novembre, periodo durissimo. La vista piano piano è tornata praticamente normale ma ci ho messo tanto tempo a ritrovare sensazioni buone nel campo.
Il beach tennis in Germania sta crescendo solo lentamente. I tuoi consigli per noi?
Avete già giocatori di buon livello, forse il tennis è ancora troppo forte da voi e limita un po' la crescita anche se credo che il vero problema sia nella mancanza di centri di beach tennis stabili e dove poter fare attività anche in inverno.
Il tuo rapporto con la Germania è lungo, nel lontano 2003 eri venuto da noi per la prima volta dopo che ci siamo conosciuti poco prima a Ravenna durante i mondiali IFBT. Poi sei tornato per il torneo nella Porsche-Arena di Stoccarda e altri tornei. Quest’anno Il nostro BEACHCLUB2010® festeggia il decimo anniversario. Quali sono i tuoi ricordi più belli?
Tutti ricordi belli, ma il torneo alla Porsche-Arena penso che rimanga una delle location più belle dove ho giocato. Incredibile!
Se tutto va bene l’anno prossimo ci aiuterai da maestro quando faremo il nostro stage con il team tedesco a Cervia. Cosa ti aspetti da questo e cosa ti stimola allenare giocatori stranieri che non sono cresciuti con il beach tennis?
Non vedo l’ora, mi piace poter trasmettere la mia passione per questo sport soprattutto a chi si approccia da poco a questo sport. Alla fine di quest’estate ho potuto lavorare un paio di giorni con Alex Bailer e ho visto quanto margine di crescita può ancora avere il vostro movimento. Vi aspetto carichi!
Da tanti anni ormai fai anche l’allenatore. Qual è il tuo modo di insegnare?
Mi piace insegnare, trasmettere qualcosa e quindi parlare molto con i miei ragazzi. E cerco sempre di stare al passo con i tempi e con i cambiamenti del beach tennis, quindi anche il mio modo di insegnare è cambiato molto nel corso degli anni.
Dopo i tornei in Germania sei anche venuto a trovarci nel Beach Tennis Tour Liguria nel 2019. Che impressione avevi degli eventi a Spotorno e Finale Ligure? Cosa possiamo migliorare?
Due tornei organizzati benissimo, ragazzi fantastici, infatti colgo l'occasione di salutare tutti i ragazzi del Beach Tennis Savona. Non è facile migliorare quello che avete già fatto, forse provare a organizzare un torneo in un momento più centrale della estate.
Sembra molto difficile stabilire il beach tennis in Liguria. Tu eri già venuto per un’esibizione ad Albisola nel 2006, quando eri impegnato a togliere i massi dal campo. Che consigli ci puoi dare per la crescita dello sport in Liguria?
In Liguria non è facile trovare tante location dove giocare quindi la difficoltà maggiore è questa. Il centro indoor di Spotorno è molto bello quindi forse se nascessero altri impianti indoor potrebbe anche crescere il numero di partecipanti.
Nella tua carriera hai girato tutto il mondo. Quali sono i posti più piacevoli che ti sono rimasti in mente?
Il beach tennis mi ha dato la possibilità di girare tutto il mondo, posti incredibili come Bermuda, Aruba ed il Giappone.
In questi giorni festeggi il tuo 41mo compleanno in un periodo molto particolare. Come l’hai vissuta tu questa stagione? Quale idea hai per il tuo futuro nel mondo del beach tennis?
Si, 41, mamma mia, il mio 2020 come quello di tutti gli altri è stato purtroppo poco attivo nel beach tennis a causa del covid e quindi spero in 2021 più attivo sia nel campo come giocatore sia come allenatore.
In tutte le gare importanti sei sempre stato sostenuto a bordo campo dai tuoi cari genitori. La famiglia per te ha un grande significato. Come lo vedi ora il tuo ruolo da padre con Chiara e Tommy?
La famiglia è sempre stato il mio appoggio fondamentale. Anche Chiara mi ha aiutato tantissimo ed è stata uno dei miei segreti nella mia seconda giovinezza sportiva dal 2014 al 2016. Sempre presenti ma mai invadenti. Spero che mio figlio si appassioni a qualche sport e spero di essergli di appoggio come sono stati i miei per me.
Allora ci possiamo aspettare un altro fenomeno di nome Marighella sui campi?
Mi piacerebbe vederlo sui campi da beach tennis e magari poter fare tutte le esperienze che ho potuto fare io, se poi sarà un altro sport non ci saranno problemi e vorrà dire che mi toccherà giocare fino a 60 anni ahahah.
Maximilian Hamm, Dicembre 2020