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Il torneo della Porsche a Stoccarda è stato un torneo pazzesco, bellissimo, che credo che se ci fosse oggi sarebbe uno dei tornei più grandi del mondo. Tutti verrebbero a giocare li.
Alex Mingozzi
Per il decimo compleanno del nostro BEACHCLUB2010® abbiamo pensato di cogliere l'occasione e dare la parola a quelli che sono stati al nostro fianco lungo tutta la strada - e anche prima. Abbiamo parlato con giocatori, organizzatori e commentatori che ci hanno raccontato la loro storia del beach tennis. Inclusi gli auguri per il nostro compleanno!
Alex Mingozzi, 38, è nato a Cotignola ed è sempre stato uno sportivo appassionato, ha praticato tantissimi sport, dal Judo alla Bmx, dal nuoto al calcio e alla pallavolo. Ha iniziato a giocare per caso a Beach Tennis all'etá di 13 anni a Porto Corsini (RA) con gli amici di suo padre e da quei giorni si è appassionato cominciando ad allenarsi quando poteva. Erano altri tempi e si giocava solo in estate con racchette di legno fatte in casa. Nel 1998 ha cominciato a giocare i primi tornei con buoni risultati e nel 1999 sono arrivati i primi risultati a livello Italiano ed Internazionale. Ha conquistato vittorie in ogni angolo del mondo: New York, Tampa, Madrid, Lugano, Germania, Repubblica Ceca, Gran Canaria, Miami, La Reunion, Aruba, Bermuda ecc.
Insieme a Matteo Marighella hai formato la coppia con più successi negli anni precedenti all'entrata la ITF. Ancora oggi Alex, che ormai vive in Brasile con la sua famiglia, partecipa a dei tornei, ma soprattutto lavora da coach. Dal 2018 è anche il responsabile della squadra nazionale brasiliana, che nel 2018 e 2019 ha vinto i mondiali.
Con noi ha parlato dei sui più grandi successi, le nuove regole della ITF e il beach tennis in Germania.
Sono veramente i dieci centimetri che possono cambiare il gioco del beach tennis?
Si, i dieci centimetri cambiano tantissimo il gioco del beach tennis. Diventa uno sport molto più tecnico e sicuramente ci sono più scambi, più rally, e quindi sarà uno sport molto più interessante anche per la TV.
A te sembra di aiutare, ultimamente hai ottenuto degli ottimi risultati con il tuo socio brasiliano Daniel Schmitt, ti senti di tornare in grande forma?
Per me sicuramente è ottimo. È una regola molto buona per me perché sono un giocatore alto e ho una buona base tecnica e ho anche esperienza. Questa rete a 1,80 metri mi permette di avere un po’ più di tempo per decidere cosa fare. Sono riuscito nell’ultimo torneo che abbiamo giocato, il primo importante con la rete alta, ad avere un buon risultato e a battere coppie molto forti.
La ITF non ha solo cambiato l’altezza della rete, ma sta provando altre cose per cambiare il gioco. Come possono aiutare il beach tennis mondiale?
La ITF ha sicuramente cambiato tante cose negli ultimi tempi. Sono sicuro che la ITF si stia organizzando bene per cercare di migliorare il beach tennis. Hanno messo la rete a 1,80 metri, un cambiamento molto forte. Non è facile da usare questo cambiamento, però sembra che i giocatori siano soddisfatti di questa regola, perché il gioco diventa più bello. Poi c’è il long tiebreak, che è difficile da giocare, perché è una distanza molto corta e quindi dobbiamo ancora capire se è la soluzione buona o no. Perché diventa molto casuale il gioco con il long tiebreak.
Resta il fatto che la ITF deve accontentare giocatori, organizzatori e nello stesso tempo portare avanti lo sport in direzione giochi olimpici. Come può funzionare questo atto di bilanciamento?
La ITF deve sicuramente fare bene allo sport, non è facile mettere tutti d’accordo, perché queste regole sono regole nuove. Ma l’ITF sta cercando di creare uno sport al livello professionale e poi arrivare alle olimpiadi o almeno arrivare in televisione.
Come lo vedi tu il ruolo della ITF nel mondo del beach tennis? Cosa può fare oltre a quello?
La ITF ha il ruolo di dover’ espandere il beach tennis. Nella mia opinione dovrebbe avere più marketing per riuscire ad avere anche qualche sponsor per fare magari un circuito come successo nel beach-volley con una grande marca che fa da main sponsor. Vediamo cosa succede, ma la ITF si sta cercando di muovere da questo punto di vista.
Un problema nel mondo del beach tennis è proprio la mancanza di una grande marca, di un big sponsor, che potrebbero portare lo sport anche in TV. Come si potrebbe fare a trovare un accordo?
La mancanza di grande sponsor è forse anche per il fatto che non c’è il beach tennis in televisione. Sono sicuro che il beach tennis è uno sport che sta andando molto bene anche qui in Sudamerica, quindi sicuramente c’è grande potenziale. E presto grandi marche potrebbero iniziare a sponsorizzare il beach tennis.
Adesso sono entrati la Decathlon nel mondo del beach tennis, ed il tuo ex socio Matteo Marighella viene sponsorizzato dalla adidas. Come la vedi tu l’entrata di queste marche? E che effetto avranno per le ditte italiane già da tempo nel settore del beach tennis?
Sicuramente è importante che queste marche entrano nel beach tennis. Ci sono anche grandi marche di padel che stanno entrando nel beach tennis. Io e Matteo avevamo già adidas come sponsor di occhiali, adesso fanno anche racchette. Anche Decathlon sta entrando alla grande, questo è molto importante, può aiutare. Le marche italiane però rimarranno molto forte perché ancora producono le racchette migliori. Vision, MBT o anche Turquoise riescono a fare racchette migliore e avranno di sicuro ancora anni buoni di mercato, ma devono organizzarsi bene.
Tu da anni con la tua famiglia vivi in Brasile. Com’è la situazione la, vedi crescere il beach tennis?
Il beach tennis in Brasile ormai è scoppiato, ci sono circoli di beach tennis da tutte le parti. Penso che sia il paese dove il beach tennis sia più sviluppato, anche più dell’Italia e dove c’è giá il numero maggiore di praticanti.
Quali sono gli obiettivi principali di questi circoli di beach tennis?
Le scuole di beach tennis stanno andando molto bene, io ne ho due in due circoli qui. Adesso sto iniziando a lavorare insieme anche a delle persone di altri paesi, per mettere il mio marchio in altri paesi, sto lavorando molto bene. Abbiamo più di 300 alunni, abbiamo anche una waiting list grande, quindi sto cercando di formare altri professori in questo momento.
Nel tuo paese in Italia invece il beach tennis sembra che si sia fermato. Meno tornei, tanti giocatori che smettono a giocare, soprattutto giovani. Come mai questo sviluppo e come si potrebbe fermare?
In Italia, purtroppo la federazione italiana ha appoggiato molto il padel e meno il beach tennis. È un peccato perché il beach tennis avrebbe molto potenziale. Giocatori importanti hanno cambiato anche paese. Nell’Emila Romagna, che era il centro del beach tennis, ci sono ormai meno praticanti, ed è un grande peccato perché giocatori fortissimi in Italia ce ne sono ancora tanti. Se tu guardi nei primi 20 giocatori del mondo dieci sono italiani, quindi quello è un segnale che il beach tennis in Italia è ancora molto forte nei professionisti. Però negli amatori c’è meno interesse. Qui in Brasile, un paese grandissimo, ci sono moltissime scuole, anche se il livello di maestri non è tanto alto, però ci sono tante persone che sono interessate in questo business e hanno voglia di sviluppare questo sport. Molto di più che in Italia.
Nel 2019 siamo partiti con il Beach Tennis Tour Liguria e due tappe a Spotorno ed a Finale Ligure. Tu eri venuto già nel lontano 2004 a Pietra Ligure e due anni dopo ad Albisola per una gara. Che ricordi hai e cosa ne pensi della Liguria e della nostra idea di stabilire il beach tennis anche in questa zona?
Sicuramente per certi versi la Liguria è un posto molto bello perchè è un posto che ha delle bellezze naturali incredibili. Sicuramente un posto che se si riesce a mettere il beach tennis anche se c'è pochissima spiaggia - questo è il problema più grande della Liguria - ci sono delle scenarie incredibili per giocare. Quindi i pochi campi disponibili sarebbero di sicuro molto utilizzati secondo me. E poi tutti i giocatori vorrebbero andare in Liguria per giocare il beach tennis perchè è un posto dove si è giocato sempre poco ma che al suo tempo provava un po' ad unire anche il tursimo al beach tennis. Mi ricordo bene quando giocammo i primi tornei, mi ricordo anche la difficoltà di fare il beach tennis la. Voi siete riusciti a rifarlo. Speriamo che il prossimo anno tutto si ripossa riprendere e voi potete rifare i vostri tornei. Che da quello che ho capito e quello che avevano detto i giocatori erano dei bellissimi tornei. Speriamo che tutto si possa riprendere il prima possibile per portare più beach tennis in Liguria.
Pensando all’inizio di questo millennio con il beach tennis organizzato dalla IFBT, attraversare il periodo difficile con la FIT a poi l’entrata della ITF – come lo vedi lo sviluppo mondiale di questo sport?
Una volta c’era il problema delle varie federazioni. Tutto ha iniziato con la IFBT che ha avuto un ruolo importante nella creazione del beach tennis. Poi sicuramente la ITF ha aiutato lo sport a crescere al livello mondiale ed a uniformare tutto, anche le classifiche. Adesso c’è l’iPin che mi sembra ben organizzato, molto chiaro. Quindi sicuramente questo è un grande passo per il futuro del beach tennis.
Cosa è mancato e cosa si sarebbe potuto fare nel periodo boom del beach tennis?
Purtroppo, nel mondo del beach tennis ci sono state queste grandi guerre in Italia, le federazioni una contro l’altra, separazioni, e purtroppo non siamo riusciti a portare avanti il beach tennis bene. Questo magari sarà fatto da altri paesi. Anche in America non era mai partito forte, adesso anche li stanno iniziando a giocare di più, e qui in Brasile ormai è molto popolare. Penso che lo sviluppo del beach tennis sarà più in Sudamerica che in Europa.
Tu in coppia con Matteo Marighella hai scritto una grande pagina di storia del beach tennis. Dal 2007 al 2009 non avete quasi perso una partita. Come mai ha funzionato così bene questa collaborazione? Quando e come mai vi siete lasciati poi? Cosa ti è rimasto?
Io e Matteo abbiamo giocato tanti anni insieme e siamo stati probabilmente la coppia che ha vinto più partite e più tornei. È un grande peccato che queste statistiche nostre non siano state calcolate nelle ITF perché noi abbiamo dominato il beach tennis per cinque anni giocando contro avversari fortissimi come Marco Garavini, Luca Meliconi, Alan Maldini, e Alessandro Calbucci nel finale. C’erano già Michele Cappelletti e Luca Carli che stavano iniziando a giocare bene, quindi comunque coppie molto forti. I risultati sono stati un po’ dimenticati perché la classifica ITF si calcola solo dal 2010 in avanti nella storia. Poi nel finale io mi sono fatto male, mi sono rotto la spalla e dopo non siamo più riusciti a confermarci a quei livelli. Più avanti non siamo più stati capaci a giocare bene insieme, anche perché ho avuto tanti problemi fisici. È un peccato, perché penso che avremmo potuto giocare ancora molto bene insieme vincendo ancora tanti tornei. Dopo nonostante avendo avuto molti problemi, sono riuscito comunque insieme a Vini Font a tornare ad essere la coppia numero uno del mondo come nel ranking del 2014, a grande sorpresa vincendo tantissimi tornei. Poi anche Matteo è riuscito a vincere i mondiali con Michele Cappelletti nel 2015, quindi è riuscito anche lui a fare un grande risultato dopo questa nostra, diciamo coppia storica.
Insieme a te e Matteo e anche dopo di voi c’erano tante coppie fisse come Garavini/Tazzari, Cappelletti/Carli o anche Ferreira/Santos. Come mai sembra che nei tempi di oggi non ci sono più tante di queste coppie fisse? Presto i giocatori cambiano socio. Che ragione ha secondo te?
Diciamo che il beach tennis una volta era un poco meno professionistico, quindi si vinceva qualcosa in meno, c’erano meno coppie e quindi c’era più questo sentimento anche di amicizia, di stare insieme, di allenarsi insieme. Ormai questo non è più possibile. Pochissimi giocatori sono amici e c’è molta convenienza. Quindi sai, se tu stai giocando bene col tuo socio e arriva un altro più forte che ti chiede di giocare molte volte si assiste a questi tradimenti. I giocatori non si comportano molto bene tra di loro, non c’è molto rispetto. La cosa che conta di più è il ranking per avere la testa di serie. E quindi ho già visto negli ultimi due o tre anni situazioni veramente bruttissimi di giocatori che litigavano con uno ma poi la settimana dopo giocavano insieme per convenienza. Quindi da quel punto di vista, questa è una cosa che io non ho mai fatto nella mia vita, di comportarmi male in questa maniera, ho sempre avuto una parola molto forte. È un sistema che non mi piace. Io preferisco la tradizione delle coppie unite, oneste tra di loro. Purtroppo, questo non è più così.
Nella nazionale invece vinci solo in squadra. Quali sono i segreti di successo della nazionale brasiliana, di cui sei il capitano, e che ha vinto due mondiali consecutivi?
Nella nazionale brasiliana siamo riusciti ad avere grandi risultati e sicuramente nella nazionale è molto importante il nostro ruolo di essere uniti. Il mio arrivo ha portato nuove strategie, un approccio molto più professionale, molto più attento e soprattutto anche la conoscenza degli avversari molto grande, soprattutto l’Italia anche altre nazionali che conosco bene. Quest’anno ho fatto un programma molto buono di scouting con il mio assistente che mi ha aiutato a fare statistiche di giocatori avversari. È un lavoro che abbiamo fatto che ha portato il Brasile a vincere due volte i mondiali a Mosca, ma poi abbiamo anche vinto a Doha e i campionati Panamericani. Speriamo che quest’anno sarà la terza volta, ma sarà molto dura, come sempre.
Nel 2018 a Mosca eri in tribuna per una regola ITF del passaporto e sudavi perché stavate perdendo contro la Germania nei quarti di finale. Che ricordi hai di questa partita?
Ero in tribuna e abbiamo praticamente vinto con molta fortuna la partita contro la Germania. Tutto era nato dalla partita in mattina delle ragazze, che è stata un po’ una sorpresa perché avevo giocato la coppia numero uno Joana Cortez/Rafaella Miiller, favorita, e avevano giocato una partita abbastanza brutta secondo il loro standard di gioco, un po’ con tensione, non sono riuscite a giocare bene la partita. E Maraike Biglmaier insieme alla sua compagna Laura Kemkes avevano giocato un grande beach tennis, molto offensivo. E quindi eravamo partiti subito in svantaggio. Non era previsto questo. I nostri ragazzi Marcus Ferreira e Thales Santos sono andati in campo con molta tensione affrontando una partita molto difficile. Siamo riusciti a vincere veramente con tanta fortuna, quasi senza meritare. Poi però ci siamo salvati nel misto e siamo andati avanti a giocare molto bene. Ma questo molte volte capita nel beach tennis, quando tu sei vicino a perdere la partita poi dopo riesci ad uscire dalla difficoltà e arrivi fino in fondo. Mi ricordo che anche Antomi Ramos quando ha vinto i mondiali a Cervia nel 2018 in coppia con Mikael Alessi stava perdendo in semi-finale contro Cappelletti/Carli, avevano tre match point contro e poi hanno vinto i mondiali.
Il tuo rapporto con la Germania è lungo, nel lontano 2003 eri venuto da noi per la prima volta dopo che ci siamo conosciuti poco prima a Ravenna durante i mondiali IFBT. Poi sei tornato per il torneo nella Porsche-Arena di Stoccarda e altri tornei. Quest’anno Il nostro BEACHCLUB2010® festeggia il decimo anniversario. Quali sono i tuoi ricordi più belli?
La Germania è un paese che mi piace tanto. Ovviamente la nostra amicizia è molto importante. Vorrei venire anche più volte in Germania, mi piacerebbe molto. Il torneo della Porsche a Stoccarda è stato un torneo pazzesco, bellissimo, che credo che se ci fosse oggi sarebbe uno dei tornei più grandi del mondo. Tutti verrebbero a giocare li. E quindi è stato fatto un torneo in un’epoca buona, ma ancora non era l’epoca di adesso e quindi quello è un torneo che mi ricordo molto molto bene. E poi si, mi ricordo i primi tempi quando venivo ancora con Matteo nei primi anni. Poi a Saarlouis, che è un posto bellissimo e mi piacerebbe molto tornare quest’anno. Voglio cercare ad ogni costo di venire quest’anno. Ma con il fatto delle scuole in Brasile è sempre molto difficile per me. Ma la Germania è un posto molto bello e sono contento che fate dei grandi tornei li.
Il beach tennis in Germania sta crescendo solo lentamente. I tuoi consigli per noi?
Il beach tennis sta crescendo poco perché secondo me il grande problema che c’è è la mancanza di campi coperti. Se ci fossero più campi coperti il beach tennis sono sicuro che prenderebbe molto di più e potrebbero giocare anche molto più tennisti che invece giocano solamente d’estate. Se tu metti i campi al coperto sono sicuro che il beach tennis partirà fortissimo anche li.
Come può diventare un giocatore da bravo a un giocatore molto bravo?
Deve allenarsi tanto e deve avere la fortuna di poter allenarsi con giocatori forti e anche maestri bravi. E poi sicuramente deve iniziare a fare il circuito e giocare vari tornei.
Nel 2008 è mancato il tuo caro fratello Gionata. Poche settimane dopo hai partecipato ai mondiali IFBT. Come ti ha aiutato il beach tennis a superare questo periodo difficile?
È stato molto molto difficile, mi ricordo perfettamente ogni momento di quei giorni. Il beach tennis sicuramente mi ha aiutato tantissimo perché mi ha fatto poi stare molto più con la testa nello sport. Mi ha aiutato a non stressarmi troppo e quindi sicuramente è stato molto importante per me subito giocare tornei e non pensare troppo. È stato fondamentale per me.
In ricordo a tuo fratello i suoi amici organizzano ogni anno il torneo di calcio tennis “Il sorriso di Gio”. Quale significato ha questo evento per te e per i tuoi genitori?
Il torneo è un evento bellissimo che organizzano ormai già da più di dieci anni. Un evento di beneficienza dove si riescono anche ad ottenere degli aiuti economici, delle offerte. Si possono aiutare persone con problemi, con malattie. Quindi un’operazione bellissima che hanno fatto i miei genitori insieme agli amici di Gionata e quindi un evento fantastico. Io sono riuscito a partecipare varie volte. Non sempre, perché alcune volte ero impegnato con dei tornei. Una manifestazione che ricorda molto bene la memoria di mio fratello.
Nella tua carriera hai girato tutto il mondo. Quali sono i posti più piacevoli che ti sono rimasti in mente?
Ho visto molti posti bellissimi. Questa è stata la grande fortuna a giocare a beach tennis. Mi ricordo uno dei posti preferiti sicuramente è New York. I tornei che organizzava Jim Lorenzo erano bellissimi. Erano tornei molto divertenti con belle emozioni. Mi piace molto il Giappone, mi piacciono le spiagge a Bermuda con i tornei di Tony Brannon. Poi ci sono altri posti bellissimi, ma questi sono quelli più belli dove mi ha portato il beach tennis.
Maximilian Hamm, Marzo 2020